Elisabetta e il conte di Essex (Ritratti) (Italian Edition) by Strachey Lytton

autore:Strachey Lytton [Lytton, Strachey]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: biografie, storia inghilterra
ISBN: 9788868263720
pubblicato: 2014-04-03T07:00:00+00:00

XI

Essex si era ritirato a Wanstead, dove se ne stava in preda al turbamento, all’incertezza e all’infelicità. Le contraddizioni caratteristiche del suo animo divennero estreme. C’erano momenti in cui pensava di doversi gettare ai piedi della sua padrona, per riconquistarsi a qualunque costo l’affetto, la compagnia e tutte le dolcezze di quella posizione che aveva tenuto per molto tempo. Non poteva e non voleva credere di avere sbagliato; la regina lo aveva trattato in modo indegno. E mentre, scuro in volto, rifletteva sull’accaduto, la rabbia infuocava di nuovo il cuore. Le avrebbe detto ciò che pensava di lei. Non l’aveva sempre fatto, fin da quella sera di dieci anni prima quando l’aveva rimproverata con trasporto mentre Raleigh stava fuori della porta? L’avrebbe rimproverata anche ora, e con lo stesso trasporto, ma in tono più serio e più triste, come si addiceva al momento. Le scrisse: «Signora, quando penso a come ho preferito la vostra bellezza a tutto il resto, e come non ho mai tratto piacere dal mondo se non accrescendo il vostro favore nei miei confronti, mi chiedo con stupore quale causa può essere tanto grave da farmi allontanare da voi anche un solo giorno. Ma poi mi ricordo che, con il torto intollerabile fatto a me e a se stessa, Vostra Maestà non solo ha infranto ogni regola dell’affetto, ma agito contro l’onore del suo sesso, e allora credo che qualsiasi posto sia migliore di quello in cui mi trovo, e che valga la pena sfidare qualunque pericolo, purché io possa cancellare dal mio animo e dalla memoria tutti i passati piaceri, falsi, incostanti, ingannatori. Non sono mai stato orgoglioso, fin quando Vostra Maestà non ha cercato di rendermi un infame. E ora, dal momento che il mio destino non vale più molto, la mia disperazione sarà come fu il mio amore: senza pentimenti. Posso solo pregare con fervore affinché la mia fede sia giudicata da Colui che giudica tutti i cuori, visto che in Terra non trovo giustizia. Augurando a Vostra Maestà tutte le consolazioni e le gioie del mondo, e come punizione – non certo più grave dei torti contro di me – quello di conoscere finalmente la fedeltà di chi avete perso e la bassezza di quelli che volete tenervi accanto, l’illustrissimo servo di Vostra Maestà, R. Essex».

Quando apprese la notizia del disastro sul Blackwater, Essex spedì un’altra lettera offrendo i propri servigi, e si affrettò a recarsi a Whitehall. Ma non fu ricevuto. Udirono Elisabetta affermare: «Ha giocato abbastanza con me, e ora giocherò un poco io con lui, facendo affidamento al mio rango, come lui ha fatto affidamento alla sua sfrontatezza». Essex scrisse una lunga lettera di protesta, con citazioni da Omero e giuramenti di fedeltà. «Non altro scopo nello stare qui se non per ubbidire ai vostri comandi». Elisabetta gli inviò in risposta un messaggio verbale. «Dite al conte che stimo me stessa quanto lui stima se stesso». Essex scrisse di nuovo: «Confesso di essere stato più soggetto alla vostra bellezza naturale come uomo, che come suddito alla potenza del re».

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